L'Etna è un microcosmo vitivinicolo. Oggi, tuttavia, molti produttori hanno scelto la via del gusto banalizzato, per i mercati stranieri e per i palati standard. Muruassiccu, invece, mostra carattere e nobiltà. Vi spiego come mi è sembrato l'assaggio.
LETTERA AI WINE LOVER. Scoscesi e faticosi sono i terrazzamenti dell’Etna dove eroici vignaioli s’affannano per produrre i loro preziosi nettari. I muri su cui crescono le viti, scuri di pietra lavica – arcigna e ruvida – sfavillano comunque del verde brillante del fogliame, inebriando la vista con i grappoli ricchi e penduli di una Sicilia nella Sicilia.
Già, perché l’Etna è un mondo a sé stante, una sorta di enclave per uve che sembrano straniere, eppure straniere non sono, anzi. Sarà il clima, sarà l’intruglio minerale del suolo, sarà il fascino di un monte che osa sfidare l’azzurro mare con il capo bianco di neve, sarà quel che sarà ma lì è davvero tutt’altra storia. Infatti, se esiste un luogo in Sicilia dove l’autoctono frutto alberga in modo nobile ed identitario è proprio l’Etna. E’ “Iddu” (così è per i catanesi), ovvero il Mongibello, ovvero l’Etna, che governa le sue cose con un senso di esclusiva proprietà che pare dire al viaggiatore attento “qui è roba mia, esclusiva e non c’è nulla di simile altrove”. Iddu è un padrone di alto lignaggio che sa essere al contempo un antico contadino diffidente e protettivo ma oggi anche moderno e fiero.
Così mi viene in mente la figura del Barone Antonio Spitaleri che per i lavori rurali nei suoi possedimenti fece erigere, intorno al 1875, addirittura un castello, quello di Solicchiata, a poca distanza dal Comune di Adrano. Lavoro duro ma proficuo, al punto che il Castello divenne un centro di produzione del “Vino della Solicchiata”, vincendo nel 1888 il primo premio all’Esposizione universale di Londra (una specie di “tre bicchieri” ante litteram). E bravo il Barone!
Ma Solicchiata ritorna nell’assaggio di oggi. E lo fa con un bianco luminescente, di genetica etnea ma di rango francese: Muruassiccu Etna Bianco Doc che proprio a Solicchiata trova le sue uve (Catarratto 10% e Carricante 90%). I riflessi dorati svelano subito la sua nobile natura – come quella del barone Spitaleri – che punta verso ambienti raffinati ed eleganti della belle époque parigina, pur restando un classico signore aristocratico siciliano. La vista di questo nettare è il suo saluto al bevitore: con sbattimento di tacchi e rigida postura di petto per il bevitore maschio, ma con garbato inchino e baciamani per le nobil-dame bevitrici. E sì perché la sua vista ha la doppia anima del galateo cavalleresco, giallo e austero per gli uomini e dorato e romantico per le donne. E questa natura di uomo di una volta, di antico signore di campagna, si rivela pure al palato dove aggraziate fragranze di erbe aromatiche appena raccolte sembrano uscire dai cassetti di intimo delle femmine (se ancora usano profumare la biancheria), mentre ai maschi riserva un fluente ma austero scambio di agrumi e di sapida e ferrosa pietra focaia. Insomma, si distingue da tanti altri Etna che tendono verso uno standard gustativo divenuto insopportabile perché lui - Iddu - ha un proprio carattere emozionante. E’ un’anima duplice ed unica insieme come i siciliani veri, quelli fatti di tanti volti pur restando visibilmente unici. Dimenticavo, Muruassiccu Etna Bianco Doc è un amante formidabile del pesce, delle fritture da aperitivo, della paranza e, così come piace a noi, con la pasta al nero di seppia.
VINCENZO PIAZZESE
DOVE TROVARE I VINI DI MURUASSICCU A PALERMO:
Decantum Enoteca - Via Brigata Verona 10 - Palermo - Tel. +39 3270270141- +39 0917931219
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